Quando vedo tutto nero…Nigredo (I parte)

photo credits: http://www.supercalifragili.com

Vermiglio lo smalto tinge le lunghe dita bianche 

come punte colorate di ali di gru ferite. 
Sangue che cola dalla candida pelle. 
Saliva che esce dalle rosse labbra contratte. 
Bile che secerne il fegato in spasmo. 
Dolore e piacere si alternano nel vortice dell’esistenza, 
tra un sole ed una luna, 
tra un dare e un ricevere perpetuo ed insistente… 
senza fine in questo mio tao, in questa mia vita. 
E mi avvio alla morte. 
Queste sono le righe che ho scritto un paio di anni fa su uno dei miei blog…ed è stato uno dei periodi più bui della mia vita.
Ce ne erano stati già prima e altri ce ne sono stati dopo. Vivevo una delle mie fasi di Nigredo, la prima delle fasi alchemiche, in  cui “si scende nella grotta”. Si tratta dello stadio più buio e freddo di tutta la trasmutazione, in cui ci si sente come impastati dal dolore e da un malessere generalizzato, come se fossimo incollati in una amalgama di pece nera e vischiosa.
Si avverte un forte disagio interno ed esterno, non si riconosce cosa abbiamo fatto per arrivare a questo punto e soprattutto non si sa come uscirne. 

Si potrebbe avvertire un forte senso di insofferenza perché ci si rende conto che una serie di eventi, che finora apparivano noiosamente sotto il nostro controllo, improvvisamente sfuggono dalle mani e, nonostante l’impegno profuso ed il totale coinvolgimento, non si riesce a riportarli nella propria sfera di dominio.

Questo può portare ad un senso di svuotamento ed impotenza, come se ci venisse a mancare la terra sotto i piedi.

Bene! questo è l’inizio della fine. Significa che si è entrati in contatto con una parte profonda del proprio io e che occorre cambiare prospettiva per riemergere….in questo senso il finale “e mi avvio alla morte”[continua nell’articolo successivo]

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