Il senso di colpa: nutriamolo con l’autostima

Photo credit: Marilena Arancio

A volte demonizziamo colleghi, superiori e mariti perché ci fanno rimanere in ufficio fino a tardi o perché siamo costrette a fare la spesa tutti i giorni per fargli trovare sempre il frigo pieno e la casa in ordine e i figli “puliti”, “mangiati” e “studiati” (permettetemi questo errore di analisi grammaticale ma rende l’idea molto bene). 

Imporsi mete irraggiungibili

A volte imponiamo a noi stesse degli standard che non ci vengono richiesti e, se non li soddisfiamo, il nostro severissimo giudice interiore è già pronto ad emettere la sua sentenza con dito indice ben puntato in alto e lo sguardo severo: “Non sei una lavoratrice efficiente, non sei una moglie capace e non sei una brava madre!…ma insomma cosa combini tutto il giorno?!”

II senso di colpa il nostro peggior consigliere

Tutto questo produce sensi di colpa molto potenti che ci inducono a non permetterci una pausa pranzo sedute ma preferiamo un caffè al volo oppure un pasto consumato in piedi. Ci autocensuriamo la palestra perché non abbiamo tempo e non usciamo con le amiche perché altrimenti… “chi segue i compiti dei ragazzi?” Il tempo è una risorsa scarsa…

Ok, questo è vero! Purtroppo il tempo sembra essere una delle risorse più scarse della nostra epoca perché ci sentiamo potenzialmente capaci di tutto ma limitate nelle nostre 24 ore.  Ed invece questo è un grande inganno… il tempo è sempre quello per tutti e da sempre e noi decidiamo come utilizzarlo. Possiamo usarlo per rimproverare noi stesse, per gratificarci o per svolgere i nostri compiti con focus ma soprattutto amore.

Sempre attaccata al computer 

Nelle scorse settimane mi sono scoperta spesso consumare un pasto veloce in piedi, mentre lavoravo da casa e continuamente rimandavo la palestra o quella telefonata all’amica oppure rinunciavo al mio trekking settimanale…. perché… perché… perché non mi rendevo conto del mio valore, mi svalutavo nel mio lavoro e mi castigavo. 

Ad un certo punto ho capito e ho cambiato rotta… ho iniziato a dire “NO” alle cose che non sono davvero utili, urgenti e richieste e soprattutto ad impiegare il mio tempo in attività gratificanti. Gratificanti? ma di cosa dovrei congratularmi con me stessa?

Si GRATIFICANTI, hai letto bene…perché dopo una giornata in cui hai dato il massimo impegno, guardarti allo specchio e vederti stanca e spenta… non è bello ma soprattutto non è utile alle persone che ti orbitano intorno sia perché nessuno gode nel vedere una persona che sta male sia perché si rischia di riversare ingiustamente su di loro la tua insoddisfazione e peggiorare la situazione. 

L’Osservazione viene in nostro aiuto

Un pò alla volta ho imparato ad osservarmi con amore e comprensione le volte in cui mangiavo in piedi, in cui non mi concedevo un’uscita con le amiche, in cui non mi sono permessa di andare in palestra. 

Osserviamoci con accettazione quando ci guardiamo allo specchio alla fine di una giornata: anziché sorridere a quella immagine riflessa di fronte a noi, per congratularci dell’impegno che abbiamo profuso nelle attività quotidiane, non facciamo altro che criticarci e disprezzarci. 

Passiamo all’Azione

Osserviamo questi comportamenti nella nostra vita e poi…poi… iniziamo ad agire!  Partendo dalle piccole cose che abbiamo osservato come effetto della nostra vita, e che evidenziano il nostro senso di colpa… iniziamo a cambiarle, dapprima forzandole un pò…poi diventerà sempre più facile ed automatico.

Invece di consumare il nostro pranzo in piedi davanti al bancone di un bar o davanti alla nostra cucina, sforziamoci di prendere il nostro tempo per pranzare sedute, per pranzare cibo sano, per cucinare poche pietanze semplici ma che diano al nostro Corpo un messaggio di amore, comprensione e nutrimento!

Poi passiamo alle operazioni di pulizia quotidiana: quando ci guardiamo allo specchio la sera per struccarci, concediamoci una carezza dolce sul viso, invece dei movimenti “ruspanti” per scartavetrare trucco e inquinamento dalla nostra pelle. Accarezziamoci delicatamente e ripetiamo a noi stesse: “Io sono una donna, io mi amo ed accetto me stessa, le mie esperienze, le mie paure e mi congratulo con me stessa per le attività che ho portato a termine in questa giornata”.

Nelle immagini le foto che ho scattato durante il trekking in Val Brembana (BG) che mi sono concessa dopo settimane di “non sono meritevole di….”

Per approfondire leggi questo articolo: https://ojas.kitchen/2019/03/16/coerenza-e-giudizio-due-facce-della-stessa-medaglia/

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