Esperimenti di Dolcezza non solo in cucina… parte seconda

Per meglio capire l’importanza dell’osservazione di sé e del lavoro su di sé mi piace citare una vecchia leggenda indù che racconta di un tempo in cui tutti gli uomini erano dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità che Brahma, signore degli dei, decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Dopo numerose consultazioni, egli decise di nascondere il potere dell’uomo nel luogo più difficile da trovare: nel suo Io più profondo e segreto. Perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarlo”, queste le parole di Brahma. A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l’uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari, sempre alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.

Nella visione olistica l’uomo è composto da quattro livelli, ma se agisco su uno dei livelli …agisco su tutti!

 

L’esplorazione che personalmente porto avanti da qualche anno attraversa diverse fasi e si può leggere a livelli diversi. C’è un livello puramente fisico, in cui i bisogni che occorre ascoltare sono quelli del corpo organico; c’è un livello emozionale, dove ci sono i bisogni del corpo emotivo, ossia di tutto quello che attiene alle emozioni e ai sentimenti. Poi c’è un livello mentale, in cui siamo guidati dalla sete di conoscenza, dalla nostra curiosità e dal desiderio di imparare a fare. Infine c’è il livello dello spirito, che è animato dal bisogno di trascendenza.

Mi piacerebbe dire che è possibile occuparsi di un solo livello per volta invece… Proprio in un approccio di tipo olistico come quello in cui questo libro è stato ideato e scritto, l’essere umano viene considerato un complesso inscindibile di questi quattro piani. Nessuno di questi livelli può essere messo in secondo piano o considerato meno importante degli altri in assoluto ma, a seconda della fase della nostra storia personale, possiamo sentire la necessità di svilupparne uno più degli altri.

lo strumento che mi piace proporvi in questo articolo attiene al livello fisico del cucinare e del mangiare. In particolare ho imparato a distinguere i bisogni di dolcezza in tre tipologie differenti: quella della dolcezza interna, in cui ci rivolgiamo prevalentemente verso noi stessi; quella della dolcezza espansa, in cui la cura e l’attenzione è rivolta verso gli altri e quella della dolcezza-durezza, in cui approcciamo un piano di cura disciplinata.

Si può intendere in modo sequenziale ma anche approcciarle in maniera estemporanea. Sono comunque tutte importanti, perché non possiamo dimenticarci che la persona più importante della nostra vita sono proprio io e la prima forma di amore di cui occorre occuparsi è quella che rivolgiamo a noi stessi. Se non ci sentiamo bene con noi stessi, non possiamo dare amore agli altri e né lo possiamo pretendere, in quanto delegheremmo il nostro benessere all’esterno, col rischio che, se questa circostanza esteriore venisse meno, noi rimarremmo senza amore, la prima fonte di vita dell’essere umano.

Nel prossimo laboratorio a cui ho pensato gli ingredienti fondamentali come sempre saranno: l’osservazione e la presenza. L’osservazione ci permette di comprendere lo stato in cui siamo e la presenza ci consente di trascendere lo stato in cui ci troviamo per fare un passo in avanti nella nostra evoluzione personale!!  Cosa aspetti ad iscriverti?? 😉

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