Gamberi mandorlati con salsina piccante e l’Archetipo dell’Amante

Questa ricetta è stata pensata per entrare in connessione con l’Archetipo dell’Amante, una delle funzioni dell’Io, teorizzate da C.G. Jung. Questa funzione è quella tramite cui riusciamo ad entrare in empatia con l’altro o con qualcosa che sembra fuori di noi. Si sviluppa dopo l’Archetipo del Guerriero che invece “l’altro” lo tiene ben a distanza e lo scruta con sospetto. L’Amante invece si fonde con ciò che diverso da sé, fino a sentire quello che l’altro sente. Il sentimento caratteristico è la “com-passione”, ossia “sente come”, come se fossero un’unica entità i confini tra i due scompaiono.

Nella ricetta seguente la fusione è rappresentata sia dalla presenza iniziale di due ingredienti principali: il gambero e la mandorla che, diventano un corpo unico. Di solito l’unione di due in uno in una sorta di “contrazione” produce calore, questo è rappresentato dalla presenza dell’olio bollente. Soprattutto mentre mettete in pratica questa ricetta cercate di entrare in contatto con queste riflessioni e sentite i pensieri che producono in voi, probabilmente scoprirete qualcosa in più sulla salute del vostro “Amante”!

Ingredienti per 2 persone


8 gamberi di medie dimensioni
3 cucchiai di farina 00
1 cucchiaino di sale fino
acqua q.b.
120 gr di mandorle tagliate a lamelle
3 cucchiai di pangrattato
olio per friggere

Preparazione


Prendete i gamberi da sgusciare tra le dita e concentratevi sull’osservazione, riconoscendo le sensazioni che suscita in voi: Disappunto? Inadeguatezza? Aspettativa? Durezza? Morbidezza? Riuscite ad oltrepassare questa soglia ed andare avanti, togliendo loro il guscio, la testa ma non la coda? Avete pazienza nel fare questa operazione oppure non molta?


Preparate una pastella di farina, sale ed acqua di consistenza collosa. La pastella farà in modo che le mandorle non si stacchino in cottura. Proprio come accade tra l’amato e l’oggetto del suo amore, il gambero e le mandorle che, all’inizio del procedimento, erano distinti diventano una cosa sola, l’uno si identifica con l’altro. In un piatto largo mescolate le lamelle di mandorle e il pangrattato. Tenendo il gambero per la coda immergetelo nella pastella, poi passatelo nel misto di mandorle e pangrattato e con le mani compattate l’impasto attorno al gambero.

Scaldate bene l’olio in una padella ed immergete i gamberi, tre alla volta, non di più per non abbassare la temperatura dell’olio e farli rimanere croccanti. In effetti la stessa cosa avviene nelle relazioni: la fiamma deve rimanere bella accesa e vivace, altrimenti subentra la noia!

Quando i gamberi saranno dorati, scolateli e lasciateli qualche istante su carta assorbente. Serviteli ben caldi, accompagnati da una salsina piccante fatta in casa con tahina e marmellata di peperoncino piccante. Il sapore piccante aiuta a dilatare le nostre papille gustative, in modo che tutto il sapore del Mare attraverso il gambero e della Terra, attraverso le mandorle, fondendosi sul nostro palato, si integri col nostro Essere.

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